Giovane pescatore intento alla manutenzione del suo
"sambuco"
Young fisherman intent on maintaining his "sambuco"
boat
Donna tigriña con bimbo.
"Tiger" woman with child.
Sen'afé, capitale delle "dolomiti" eritree.
Sen'afé, capital of the Eritrean
"dolomites". |
|
REPORTAGE - Eritrea
ritrovata
L'ALTIPIANO ERITREO
Foto e testo Paola Civera
English
abstract
Come un gigantesco balcone, l'altipiano eritreo si affaccia
sulla stretta depressione che divide l'Africa dalla penisola
arabica, riempita ora dal Mar Rosso.
Questa vasta regione elevata non scende mai sotto i duemila
metri di quota, offrendo così un clima piacevolissimo e paesaggi
oltremodo affascinanti. L'escursione termica tra il giorno e la
notte è notevole; si hanno cieli limpidissimi ed aria tersa. Ad est
l'altipiano eritreo precipita verso il Mar Rosso, mentre nelle altre
direzioni declina più lentamente. L'altipiano eritreo è parte
integrante di quello etiopico, che può essere considerato uno dei
più vasti al mondo: sicuramente è il più vasto d'Africa. Dolci
colline, ampie pianure, fertili oasi, valli aspre e zone
semidesertiche, ma anche montagne.
Vari villaggi popolano questo territorio; si vive di una
agricoltura di sussistenza e di allevamento. La vegetazione è misera
e le scarse piogge sono concentrate principalmente in due periodi
dell'anno. L'altipiano è l'area più abitata del paese. Infatti,
nonostante occupi solo il 16% del territorio eritreo, ci vive circa
il 65% della popolazione. L'etnia predominante è quella dei tigriñi
che, approssimativamente, costituiscono la metà degli eritrei. Si
parla il tigriño e la religione più diffusa è quella
cristiano-copta. Solo in questi ultimi anni si sta assistendo ad un
massiccio incremento di musulmani. Secondo la leggenda, i tigriñi
sono discendenti diretti dei dignitari di Israele.
Un
alpinista che si reca in Eritrea non può sottrarsi alla fatale
attrazione delle ambe, montagne dalla vetta pianeggiante assai
estesa. Di origine vulcanica, altro non sono che agglomerati di lava
solidificatasi sull'altipiano, quando la crosta terrestre andò in
briciole, circa 30 milioni di anni fa. Esse sono visibili sia
sull'altipiano, che dall'Asmara va verso l'Etiopia, sia in Etiopia
stessa. La loro forma rammenta i tepui sudamericani (Venezuela),
anche se la vegetazione che ricopre i loro fianchi non è così
rigogliosa.
«Una la dobbiamo salire!» era la proposta degli amici con i
quali si viaggiava. Ci recammo perciò nella regione di Sen'afé,
famosa per le sue "dolomiti".
Il
breve viaggio dall'Asmara a Sen'afé offre svariati punti di
interesse: oltre ai paesaggi selvaggi e all'incontro con la vita
agreste, troviamo a Worketi una grande chiesa copta dal colore
rosato; superato Segheneyti, si procede in una vallata ombreggiata
da sicomori, grandi alberi dall'aspetto contorto e molto antico.
Senza dubbio l'attrazione più forte del percorso è Cohaito, per
raggiungere la quale si imbocca una deviazione sterrata e mal
percorribile. Di questa antica città del periodo axumita, restano
solo rovine, se si esclude il bacino di Safra, antica diga che
serviva a raccogliere l'acqua per il fabbisogno
cittadino.
Poco leggibile anche il tempio di Mariam Wakiro,
probabilmente un'antichissima chiesa cristiana. Il luogo in ogni
caso è magico, con i suoi 2700 m di quota e la sua aria frizzante;
con bel tempo si vede il sottostante Mar Rosso. Sempre nei dintorni
di Cohaito, proprio dove l'altipiano precipita verso il Mar Rosso,
si trovano grotte con graffiti e pitture rupestri.
Il
sentiero da percorrere per arrivarvi non è facilissimo, ma
l'e-sperienza ne vale la pena, anche perché si deve transitare
sull'ultima parte del tratturo che collegava Adulis, antico porto
sul Mar Rosso, ad Axum, ora in territorio etiope. Da questi luoghi è
possibile osservare il gruppo di ambe che culmina con l'amba Soira,
la più alta dei monti eritrei.
Tornati sulla strada principale, in prossimità di Sen'afé, si
deve superare un passo che lambisce l'amba Tericà. Il villaggio di
Sen'afé giace in una conca delimitata da bellissime ambe rocciose.
Potrebbero prestarsi a palestra di roccia con tutte quelle lisce
pareti dai colori cangianti a seconda della luminosità! A vederle
dalla piazzetta del villaggio, sembrano raggiungibili solo
arrampicando. Se lo chiederete ai bimbi, che all'occorrenza si
improvvisano guide, vi condurranno a trovare il sentiero che, con
difficoltà modeste, vi permetterà di raggiungere la vetta ed
ammirare il paesaggio circostante da una di queste
"dolomiti". |